Salire di corsa su Gellert Hill dal distretto del Tabán (il "quartiere dei cuoiai") è un buon allenamento per rinforzare le gambe, piuttosto faticoso se si è fuori allenamento ma comunque gestibile. L'eventuale sofferenza
è compensata dal panorama, sempre più bello man mano che saliamo, con un'occhiata al monumento a Gellért e le ultime fatiche fino alla cittadella. Szent Sagredo Gellért, noto semplicemente come Gellért (Gherardo) era un vescovo italiano di probabile origine basca che, negli anni Mille fu mandato da Venezia a Budapest, nell'allora Regno di Ungheria dove giocò un ruolo molto importante nella conversione del territorio al Cristianesimo. Secondo alcune fonti si sarebbe martirizzato il 24 settembre 1046 sull'oggi omonima collina, secondo una nota leggenda sarebbe invece stato fatto rotolare giù dal colle dai pagani insorti chiuso dentro ad una botte. Insomma, è morto su quella collina, in qualche modo. La statua è molto grande e mi piace l'espressività dei personaggi, sempre poco scontata nei monumenti ungheresi, perfino in quelli sacri. Proseguendo si arriva alla cima dove pare si tenessero i sabba delle streghe. Adesso c'è invece la Cittadella, costruita dagli austriaci ai tempi dell'impero asburgico dopo i moti ungheresi del 1848-49, da loro repressi. Fuori dalle mura, il monumento della Liberazione, una donna che tiene alta la palma della vittoria, eretto dai russi dopo la liberazione di Budapest dai nazisti, ad opera dell'Armata Rossa. Uno dei pochi monumenti sovietici a non essere stato smantellato e conservato nel Museo delle Statue (che si trova poco fuori città procedendo a dritto dalla strada sotto il Gellért).
è compensata dal panorama, sempre più bello man mano che saliamo, con un'occhiata al monumento a Gellért e le ultime fatiche fino alla cittadella. Szent Sagredo Gellért, noto semplicemente come Gellért (Gherardo) era un vescovo italiano di probabile origine basca che, negli anni Mille fu mandato da Venezia a Budapest, nell'allora Regno di Ungheria dove giocò un ruolo molto importante nella conversione del territorio al Cristianesimo. Secondo alcune fonti si sarebbe martirizzato il 24 settembre 1046 sull'oggi omonima collina, secondo una nota leggenda sarebbe invece stato fatto rotolare giù dal colle dai pagani insorti chiuso dentro ad una botte. Insomma, è morto su quella collina, in qualche modo. La statua è molto grande e mi piace l'espressività dei personaggi, sempre poco scontata nei monumenti ungheresi, perfino in quelli sacri. Proseguendo si arriva alla cima dove pare si tenessero i sabba delle streghe. Adesso c'è invece la Cittadella, costruita dagli austriaci ai tempi dell'impero asburgico dopo i moti ungheresi del 1848-49, da loro repressi. Fuori dalle mura, il monumento della Liberazione, una donna che tiene alta la palma della vittoria, eretto dai russi dopo la liberazione di Budapest dai nazisti, ad opera dell'Armata Rossa. Uno dei pochi monumenti sovietici a non essere stato smantellato e conservato nel Museo delle Statue (che si trova poco fuori città procedendo a dritto dalla strada sotto il Gellért).
Da qui la vista è impagabile: si vede tutta Budapest.
Consiglio: scegliete un giorno di sole, con un bel cielo sgombro e limpido. A primavera i giardini lungo il percorso sono meravigliosamente in fiore.
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Run up on the Gellért Hill from the district of Tabán (the "District of tanners") is a good workout to strengthen your legs, pretty hard, if you are out of practice, but still manageable. Any suffering is compensated by the landscape, more and more beautiful as we go, with a look at the monument of Gellért and the last part up to the Citadel. Sagredo Szent Gellért, known simply as Gellért (Gerard) was an Italian bishop probably of Basque origin that, in the years One thousand was sent from Venice to Budapest, in what was then the Kingdom of Hungary, where he played an important role in land conversion to Christianity. According to some sources he would have martyred 24 September 1046 on today homonymous hill, whiter according to a widely spread legend he would have been rolled down the hill from the pagan insurgents locked in a barrel. In short, he died on that hill, somehow. The statue is very big and I like the expressiveness of its characters, not always obvious in Hungarian monuments, even in those sacred. Going on we get to the top where apparently were held the witches' sabbaths. Now, we have the Citadel, built by the Austrian Habsburg empire in the days after the Hungarian uprisings of 1848-49, that they repressed. Outside the walls, a statue of Liberation, a woman holding high the palm of victory, built by the Russians after the liberation of Budapest from the Nazis by the Red Army. One of the few Soviet monuments that had not been dismantled and stored in the Museum of Statues (located just outside the city by taking the road under the Gellért). From here the view is priceless: you see the entire Budapest.
Tip: Choose a sunny day, with a beautiful clear sky. In spring the gardens along the route are beautifully in bloom.
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